Great Qing Empire Embassy in Italy

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| La Città Proibita

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La Città proibita (in cinese: 紫禁城, traslitterato come Zǐjinchéng, che significa letteralmente "Purpurea città proibita") fu il palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing. Esso si trova nel centro di Pechino, la capitale cinese. Si estende su di una superficie di 720.000 metri quadrati e consiste di 800 edifici, divisi in 8.886 stanze.

Nel 1987 la Città proibita è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, che la riconosce come la più grande collezione di antiche strutture in legno che si sia conservato fino ai giorni nostri.

Oggi la Città proibita è un museo. Esso non va confuso con il museo omonimo che si trova a Taipei ("Museo nazionale del palazzo"), sull'isola di Taiwan: entrambi i musei derivano dalla stessa istituzione, ma furono divisi dopo la guerra civile cinese.

I nomi con cui è conosciuta la Città proibita sono numerosi. Il più comune, come già accennato, deriva dal cinese Zijin Cheng (紫禁城), che significa "Città purpurea". L'aggettivo "proibita" deriva dal fatto che, a parte i membri della casa imperiale, nessuno vi poteva entrare senza l'esplicito permesso dell'Imperatore.

Oggi, il sito è comunemente conosciuto in Cina col nome di Gugong (故宫), cioè "ex palazzo". Il museo della Città proibita viene chiamato Gùgōng Bówùyùan (故宫博物院), cioè "Museo del palazzo".

In manciù è chiamato Dabkūri dorgi hoton, che letteralmente significa "Città interna stratificata".

La Città proibita si trova immediatamente a nord della Piazza Tiananmen e vi si può accedere attraverso il Tiananmen, cioè la Porta della pace celeste. Intorno ai palazzi imperiali si trova un'amplissima area chiamata "Città imperiale".

La Città proibita è di forma rettangolare, il più grande complesso di palazzi del mondo con i suoi circa 72 ettari (1/6 della superficie originaria). È circondata da un fossato largo 50 metri e profondo 6 metri e da un muro alto 10 metri, interrotto da 4 porte corrispondenti con i punti cardinali. Tutto il complesso è diviso in due parti:

  • la "parte esterna", che comprende le zone meridionali e centrali, è centrata su 3 ampie sale che venivano usate per scopi cerimoniali (come per esempio l'incoronazione, le investiture e i matrimoni imperiali). Una vasta corte, attraversatadalla linea sinuosa del "Ruscello delle acque d'oro", attraversato da 5 ponti di marmo (Cinque Virtù) conduce ai palazzi cerimoniali. Una di queste 3 sale è la splendida Sala della Suprema Armonia (太和殿) le altre sono quelle della "Perfetta Armonia" e quella della "Preservazione dell'Armonia" oveee si svolgevano cerimonie ufficiali e gli esami di stato per i funzionari. Oltre alle sale da cerimonia, qui si trovano la Libreria imperiale e gli archivi.
  • la "parte interna", che comprende le zone settentrionali, orientali e occidentali della Città proibita; essa è centrata su altre 3 ampie sale, utilizzate per gli affari giornalieri dello stato. Il palazzo più importante di questa parte, in cui viveva l'imperatore con la famiglia, gli eunuchi e i servi, è il Palazzo della purezza celeste (乾清宫).

I primi palazzi furono edificati sotto la dinastia degli Yuan nel XIV secolo, la città fu ampiamente riedificata dai Ming quando riportarolo la capitale a Pechino. I palazzi della Città proibita sono allineati lungo tre direttrici nord-sud. Quella centrale ospita i palazzi più importanti; nella direttrice orientale si trovano alcuni cortili semi-indipendenti; nella direttrice occidentale si trovano diversi giardini ed edifici religiosi. La maggior parte di questa direttrice non è aperta al pubblico, poiché alcuni edifici sono pericolanti e altri vennero distrutti da un incendio nel 1923 e mai ricostruiti. Nelle sue memorie, Pu Yi si dice convinto che il fuoco sia stato appiccato da alcuni eunuchi che volevano cancellare le prove del trafugamento di alcuni tesori dal Palazzo imperiale. Sul retro della città imperiale sorge il grande giardino che termina a nord alola "Porta della Magnanimità divina". Vi era poi intorno una seconda cinta di mura, oggi demolite, che aveva vari templi, una chiesa cattolica (1693) e le varie residenze dei ministri, cortigiani, amministratori e artigiani imperiali.

 

Le mura

Le mura che circondano la Città proibita hanno una porta su ogni lato. A sud si trova la "Porta meridiana". A nord si trova la "Porta del volere divino" (la distanza fra queste due porte è di 960 metri). Le mura sono molto spesse, progettate specificamente per resistere ad attacchi di cannoni. Ai quattro angoli della cinta muraria si trovano 4 torri, che permettevano un'ottima visuale sia all'interno che all'esterno.

Giardini

 Tutta la Città proibita è circondata da giardini. Nella parte settentrionale si trova il Giardino imperiale: qui sono ospitate moltissime piante secolari, oltre a numerose specie rare. Gli edifici della parte occidentale sono disposti intorno a due laghi.

Simbolismo

Il colore imperiale era il giallo, colore che domina i tetti della Città proibita. In ogni angolo dei tetti si trovano piccole statuette, il cui numero era un chiaro segno del potere della persona che viveva nell'edificio. Il numero 9 era riservato esclusivamente all'Imperatore. Solo un edificio ha 10 statuette ad ogni angolo. Il colore porpora che si richiama alla città purpurea era il colore della Stella polare, principio del Cosmo.

Storia

Il sito ove sorge oggi la Città proibita era parte della città imperiale già durante la Dinastia Yuan. Quando la Dinastia Ming le succedette, l'imperatore Hongwu spostò la capitale da Pechino a Nanchino e ordinò che i palazzi mongoli fossero rasi al suolo (1369). Il figlio Zhu Di, il futuro imperatore Yongle, ricevette il titolo di Principe di Yan, con sede a Pechino, dove venne costruito un palazzo. Nel 1402 Zhu Di usurpò il trono e divenne imperatore, spostando nuovamente la capitale da Nanchino a Pechino.

La costruzione della Città proibita iniziò nel 1406 e durò 14 anni, impiegando (secondo alcune stime) circa 200.000 uomini. L'asse principale del nuovo palazzo si trovava a est dei palazzi della Dinastia Yuan, un fatto non casuale perché così facendo quei palazzi si venivano a trovare a ovest del nuovo edificio (la "zona della morte" secondo il Feng shui). Il terreno scavato durante la costruzione del fossato che circonda la Città proibita venne riportato a nord, dove divenne una vera e propria collina artificiale.

Fra il 1420, anno del completamento, e il 1644, quando una rivolta contadina guidata da Li Zicheng la invase, la Città proibita fu la sede della Dinastia Ming. Anche successivamente la Dinastia Qing tenne qui il quartier generale del potere politico cinese.

 
La Sala della suprema armonia

 

Nel 1860, durante la seconda guerra dell'oppio, l'esercito britannico penetrò nella Città proibita e la occupò fino alla fine delle ostilità. Dopo essere stata la residenza di 24 imperatori (14 della Dinastia Ming e 10 della Qing), nel 1912 la Città proibita cessò di essere il centro del potere politico cinese, con l'abdicazione del giovane imperatore Pu Yi. Egli ottenne però di poter continuare a vivere all'interno della "parte interna" della Città proibita con la sua famiglia, mentre la "parte esterna" venne occupata dal governo della Repubblica di Cina e vi venne istituito un museo nel 1914.

Pu Yi restò nella Città proibita fino al 1924, quando Feng Yuxiang prese il controllo di Pechino per mezzo di un colpo di stato, espellendo l'ex imperatore. Poco dopo venne istituito il "museo nazionale del palazzo", in cui erano esposti i numerosissimi tesori raccolti dagli imperatori nei cinque secoli in cui avevano dominato la Cina. Durante la seconda guerra sino-giapponese la sicurezza di tutti questi tesori venne messa in pericolo, quindi si prese la decisione di riportarli nella Città proibita.

Nel 1947, dopo che erano stati spostati in numerosissime località della Cina, Chiang Kai-shek ordinò che tutti i manufatti che si fosse riusciti a trasportare (provenienti sia dalla Città proibita che dal palazzo imperiale di Nanchino) dovevano venire portati sull'isola di Taiwan. Questi oggetti formano il cuore del "museo nazionale del palazzo" di Taipei.

 

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